A seguito dell’apertura da parte del Presidente della commissione Leonardo Maria Caputo, Zeno Poggi -CEO di Zpc Srl- e Abramo Vincenzi -CEO di ACCUDIRE Srl- hanno avuto la possibilità di intervenire relativamente alla gestione delle vendite internazionali e alle criticità connesse al controllo della documentazione.

In tale occasione, è stata approfondita la tematica afferente all’onerosità delle prove alternative, menzionando la circolare n. 12 del 12 maggio 2020, emessa dall’Agenzia delle Entrate al fine di fornire delucidazioni in merito alla prova delle cessioni intracomunitarie. Nello specifico, essa intende chiarire la portata applicativa dell’articolo 45-bis del Regolamento Ue n. 282 del 2011, introdotto dal Regolamento Ue n. 1912 del 2018, riferendosi in particolar modo al rapporto tra tali disposizioni, contraddistinte per la loro immediata applicazione all’interno dei paesi dell’Unione Europea, e la prassi nazionale.

Al fine di poter categorizzare un’operazione di cessione di beni come intracomunitaria, e dunque non soggetta ad imposizione fiscale, è necessario che si verifichino alcuni requisiti. La prova dell’effettiva esistenza degli stessi è in capo al mittente e la mancanza di anche solo uno di essi si concretizza in imponibilità ad IVA. A causa della frammentarietà che contraddistingue la supply chain analogico-tradizionale, non sempre l’azienda è in possesso di tutta la documentazione richiesta ed è proprio all’interno di questo complesso scenario che spesso subentra la necessità di esibire prove alternative. Tale necessità si converte in possibilità, espressamente prevista dall’Agenzia delle Entrate, di fornire della documentazione sostitutiva, quale: il documento riportante la firma del trasportatore, la polizza di carico, la fattura di trasporto emessa dallo spedizioniere, il pagamento, la polizza assicurativa.

Ciò nonostante, questa prassi risulta sempre molto onerosa, complessa e presenta comunque il rischio di non essere sufficiente.

Quali strumenti si possono perciò adottare per rendere queste operazioni più veloci, semplici e sicure?

È indispensabile traslare i processi da un modello di gestione analogico-tradizionale, supportato dall’utilizzo di documenti in formato cartaceo o pdf, ad un modello di gestione completamente digitale.

Tale approccio innovativo è soddisfatto tramite la piattaforma ACCUDIRE, che agevola la fluidità, la sicurezza e l’affidabilità di tali adempimenti sia nel caso di spedizioni intra UE che nel caso di spedizioni extra UE.

Nella prima fattispecie, la CMR digitale consente di fornire conferma ufficiale circa l’effettiva esecuzione della spedizione, in quanto comprensiva delle firme di mittente, vettore e destinatario e delle relative geolocalizzazioni, che vengono notarizzate in Blockchain e quindi rese certe, sicure ed immutabili nel tempo. Nella seconda fattispecie, la piattaforma con un approccio completamente automatizzato recupera l’MRN e notifica all’azienda esportatrice la presenza del “visto uscire”, consentendole ancora una volta di evitare di incorrere in sanzioni e in imposizione fiscale decorsi 90 giorni dalla data di svincolo delle merci in dogana. Infine, l’utilizzo della piattaforma supporta un possibile graduale abbandono della Resa Incoterms® ExWorks, responsabile di molte delle inefficienze documentali e operative che oggi attanagliano le imprese esportatrici e i partner logistici nazionali, in favore di altre tipologie di resa. La scelta di adottare la CMR digitale all’interno dei processi di export è supportata e condivisa anche dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il programma di investimenti che l’Italia deve presentare alla Commissione europea nell’ambito del Next Generation EU, ovvero lo strumento per rispondere alla crisi pandemica provocata dal Covid-19.

 

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